lunedì 30 luglio 2012

COME FARE LA BRUSCHETTA PER L'INVERNO. .



Vi propongo una ricetta, che consente di conservare i pomodori quasi "come appena raccolti" per l'inverno e sbizzarirvi in bruschette... o panzanelle (come si dice nel centro Italia) da presentare agli amici per una cena che si prepara in pochissimo tempo.

Il livello di difficoltà dell'esecuzione della conserva per bruschetta è pari allo zero tant'è che l'ho fatta senza neanche telefonare una sola volta alla cuoca di casa.

Raccogliete una congrua quantità di pomodori molto maturi dal vostro orto.


Dopo averli ben lavati, 


procedete alla loro pelatura


e dopo averli ben strizzati, tagliateli in piccoli pezzetti, metteteli in una padella, aggiungete olio evo, cipolla sminuzzata, origano, un po' di peperoncino, sale, e spezie a piacere.


Fate cuocere a fuoco lento per circa mezz'ora in modo che si asciughi ulteriormente.

Preparate i vasetti che conterranno la vostra bruschetta, igienizzandoli mediante riscaldatura che potrà avvenire nel forno a microonde o nel forno tradizionale.

Con un imbuto per barattoli, riempite i contenitori avendo cura di non sporcare l'impanatura del coperchio, e facendo attenzione che la bruschetta sia ancora bollente.



Chiudete e bollite a bagno maria per circa mezz'ora applicate l'etichetta al barattolo et voilà!!!!  Anche per quest'inverno la bruschetta è assicurata.-


BREVE STORIA DEGLI ORTI FAMILIARI


Tutti gli scavi archeologici portano alla luce tracce di cibo, semi oppure  strumenti necessari per la coltivazione o per la preparazione dei cibi. 
Testi ebraici, greci e romani citano costantemente le piante, i giardini e gli orti, rappresentandoli come luogo di pace, meta finale per l'aldilà giungendo finanche a rappresentare questi luoghi terreni come posti a dimensione spirituale, quasi si trattasse di una specie di ambiente divino sulla terra.



la coltivazione nell'antico Egitto.


L'hortus romano era quella parte di terreno vicino alla propria abitazione in cui veniva coltivata frutta e verdura utile alle esigenze degli abitanti della casa stessa.

L'hortus veniva delimitato e recintato per prevenire i furti. 

Con il passare del tempo l'aumento della ricchezza soprattutto per le classi più ricche si è via via trasformato  perdendo loro la funzione originale e trasformandosi in una sorta di orto botanico o piccolo giardino zoologico con il quale stupire i propri ospiti.

Possiamo quindi dire che i piccoli appezzamenti di terreno adibito alla coltivazione di colture secondo il gradimento del proprietario hanno origine nell'antica Roma.

Alla fine dell'VIII secolo anche Carlo Magno si rende conto dell'importanza degli orti fino ad emanare il Capitulare de Villis, una raccolta di leggi e di regole, che hanno per obiettivo l’organizzazione delle fattorie:“Vogliamo che nell'orto sia coltivata ogni possibile pianta: il giglio, le rose, la trigonella, la balsamita, la salvia, la ruta, l'abrotano, i cetrioli, i meloni, le zucche, il fagiolo, il cumino, il rosmarino, il careium, il cece, la scilla, […] il coriandolo, il cerfoglio, l'euforbia, la selarcia. E l'ortolano faccia crescere sul tetto della sua abitazione la barba di Giove. Quanto agli alberi, vogliamo ci siano frutteti di vario genere: meli cotogni, noccioli, mandorli, gelsi, […] mele di lunga durata e quelle da consumare subito e le primaticce. Tre o quattro tipi di pere a lunga durata, quelle dolci, quelle da cuocere, le tardive.”  

Nel medioevo ordini monastici danno una nuovo periodo di splendore all'orto dedicando l'interesse principalmente alle erbe medicinali ed alle erbe aromatiche.


orto monastico


In questo periodo gli orti dei contadini non sono soggetti ad alcun prelievo da parte del colono e quindi costituiscono una ricchezza per le famiglie più povere  che, proprio in questo periodo sviluppano il concetto di "resa" ed iniziano quelle che sono le vere e proprie concimazioni ed irrigazioni e lavorazioni abbastanza vicine a quelle odierne.



coltivazione familiare nel medioevo


Dopo un lungo periodo in cui la coltivazione degli orti era sostanzialmente demandata alle  classi contadine o dei monaci, nell'era moderna abbiamo un ritorno alle origini e sono sempre di più coloro i quali acquistano o affittano piccoli appezzamenti di terreno per farne orti e garantirsi l' approvvigionamento di verdure familiari, che se economicamente non risultano così favorevoli, certamente garantiscono la genuinità determinata dalle proprie scelte di coltura.-




riproduzione di un orto nella zona del Parco del Valentino a  Torino

In tempi recentissimi nelle grandi aree urbane si sono sviluppati i cosiddetti orti sul balcone che sebbene non garantiscono ovviamente autonomia nelle quantità, di fatto possono costituire un elemento di insegnamento per le nuove generazioni, che raramente sono a contatto con la natura e con i suoi cicli vitali ma anche un utile abbellimento per quei quartieri cittadini fatti di periferie sempre più grigie ed anonime.


esempio di orto sul balcone su gentile concessione di http://passatempihobbyepassioni.blogspot.it